Truffatori olistici: 7 punti da evitare per non cascarci

Scritto da Lidia Martinelli
il Luglio 25, 2022
Nella categoria: psicologia

Diretta con Valentina Franchi Anaam, coach, counselor e insegnante di Tantra

Come nasce la diretta?

La diretta nasce come reazione ad un servizio di un noto programma televisivo di Mediaset in cui si condannava l’opera di un così da sè stesso chiamato coach olistico, il quale ha utilizzato la sua formazione per approfittarsi sessualmente di alcune ragazze.

Oltre a tanta rabbia, è nato in me anche il desiderio di fermarmi un attimo, analizzare questa storia e trarne alcuni punti da evitare per provare ad aiutare le persone che desiderano utilizzare pratiche olistiche per il loro benessere ad evitare di cascarci.

Il mondo dell’olismo, delle pratiche corporee e della medicina alternativa non sono infatti più considerate sciocchezze dalle quali tenersi lontano, ma anzi negli ultimi decenni stanno prendendo sempre più spazio anche negli ambiti più istituzionali proprio per le evidenze di efficacia scientifica che stanno dimostrando per il sostegno del benessere e la cura di disturbi di diverso tipo. Il problema, però, è che ancora come utente si abbiano le idee poco chiare su cosa sia davvero affidabile e su cosa non lo sia.

Non ho intrapreso questa avventura (sì, non è stato semplice preparare questa diretta!) da sola, bensì mi sono fatta aiutare propria da un’esperta in coaching e Tantra di cui ho massima fiducia, Valentina Franchi Anaam. Insieme abbiamo individuato 7 punti a cui poter fare attenzione quando ci si approccia a pratiche alternative, olistiche o di stampo sessuale e tantrico per trarne un’esperienza appagante, positiva e di supporto, e non spiacevole o traumatica.

Nella diretta abbiamo analizzato insieme punto punto tutti i passaggi del servizio del programma televiso per sviscerare ogni minimo particolare, ma qui riporterò solo i 7 punti. Per vedere l’intera diretta puoi andare a questo link: https://www.facebook.com/valentina.franchi.90/videos/267883311896899/

I sette punti da evitare

Punto uno: con i traumi si lavora in terapia

Se il desiderio è superare un evento che è stato potenzialmente o sicuramente traumatico, meglio non chiedere aiuto ad un coach o un counselor in prima battuta, bensì ad uno psicoterapeuta. Per affrontare il trauma c’è infatti bisogno di una preparazione specifica perchè altrimenti c’è il rischio di ritraumatizzare nuovamente la persona. Il coaching, il counseling, lo yoga o le pratiche olistiche possono comunque rappresentare un supporto e un’integrazione molto preziosa da portare avanti insieme o successivamente alla terapia (esistono anche terapeuti specializzati nell’utilizzo di queste pratiche per il trattamento del trauma).

Secondo punto: fai delle ricerche prima su chi è il professionista da cui andrai

Prima di incontrare un professionista, in particolare quando andrà anche a lavorare attivamente sul tuo corpo, è bene verificare se ci sono referenze su di lui e se è iscritto ad un albo o ad un’associazione di categoria. Questo è importante perchè l’appartenenza ad un albo o ad un’associazione di categoria assicurano che il professionista abbia portato avanti un certo percorso di studi e una certa formazione, che si stia continuando a formare e che ci sia un ente a cui rivolgersi qualora si incontrassero problemi, in quanto l’albo o l’associazione richiedono, per farne parte, di aderire a certi paramentri etici e comportamentali. Lo stesso vale per le referenze, le quali non dovrebbero essere solo feedback presi sito internet ma anche, ad esempio, partecipazione a convegni o eventi, collaborazioni con altri professionisti che già si conoscono oppure presenza di pubblicazioni come articoli o libri. Inoltre, se la pratica a cui ti stai affacciando è totalmente nuova per te, prova a trovare un contesto potetto per conoscerla prima di intraprendere un percorso individuale, come ad esempio un gruppo, una diretta su un social media, un webinar o un evento da lui organizzato.

Terzo punto: chiarezza dell’intervento

Valutare dall’inizio la chiarezza delle informazioni che il professionista dà. Se comincia ad usare termini affascinanti ed esotici senza però spiegarti, nella pratica, cosa significhino e in che cosa consistino, non esitare a chiedere maggiori informazioni. La capacità di spiegarti e chiarire i tuoi dubbi sarà per te segno della serietà e della preparazione della persona che hai di fronte. Inoltre, solitamente, una pratica o un percorso dovrebbero prevedere la presenza di un contratto in cui viene stabilito e chiarificato prima di iniziare che cosa si andrà a fare. Se il contratto non è previsto, puoi chiedere spiegazioni sul motivo e chiarificare quali garanzie quindi hai a disposizione a riprova della sicurezza dell’intervento che andrai a fare. Se non ce ne sono, è meglio cambiare professionista.

Quarto punto: attenzione alla vaghezza

Attenzione se non si conosce il metodo che l’operatore vuole usare prima e anche durante, sapendo che se viene fatto qualcosa a cui non si è acconsentito prima o che non risulta chiaro è diritto dell’utente interrompere in qualsiasi momento il trattamento o la seduta.

Quinto punto: verifica il metodo

Può capitare di affacciarsi a qualcuno che sostiene di aver inventato un metodo nuovo, innovativo, e questo è possibile. Quello che è importante, però, è verificarlo: ci sono ricerche scientifiche a riguardo, è stato utilizzato anche da altri, è sostenuto da evidenze scientifiche, fa capo a quale tradizione, con che titolo questa persona ha inventato questo metodo, il professionista sta venendendo miracoli o sembra onesto nell’offrirmi un servizio. Ricordiamoci che il fatto che qualcuno inventi qualcosa di nuovo non significa che sia più professionale, serio e affidabile di altri.

Sesto punto: stop a tutto quello che viola il tuo consenso, sempre e comunque

Puoi anche aver firmato il consenso scritto e avere tutto chiaro sulla pratica, ma in qualsiasi momento ricordati che hai il diritto ad interrompere ciò che senti non fare al caso tuo in quel momento. Certi interventi possono essere molto intensi e non è detto che in quel momento tu sia pronto a riceverli. Comprendere fino a che punto si è pronti ad andare avanti è un processo di scoperta continuo durante il percorso, non sempre quindi posso saperlo da prima. Di solito è il professionista che, se è tale, sarà lui stesso a sintonizzarsi costantemente con te e con i tuoi tempi. Puoi non essere facile dire di no, ma l’importante è sapere che ne abbiamo diritto.

Settimo punto: segui le tue sensazioni e il tuo istinto

A volte, approciandosi a qualcosa di nuovo, abbiamo un sesto senso che si attiva, una sensazione che ci dice qualcosa di positivo o di negativo. Pertanto, se qualcosa ci sta lasciando perplessi, sta creando un senso di scomodità o anche di vero e proprio allarme, è importante ascoltarsi e rispettarsi. Si potrà poi, in un secondo momento, comprendere se effettivamente c’era qualcosa di sbagliato nella situazione in cui mi trovavo oppure si è attivato qualcosa di proprio da poter affrontare, ma almeno all’inizio, anche in questo caso, è consigliabile non fare finta di nulla e magari, tornando agli altri punti precedenti, chiedere maggiorni informazioni. Ricordiamoci di dare dignità a quello che si sente e dare valore ai propri sì e propri no sempre.

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