A CHI MI POSSO RIVOLGERE?Uno sguardo alle figure professionali in ambito psicologico e non.

Scritto da Lidia Martinelli
il Settembre 7, 2021
Nella categoria: psicologia

Attualmente il mondo della cura, del benessere e della salute stanno attraversando un momento di grande cambiamento e risulta sempre più necessaria una formazione ampia e trasversale rispetto ad una specifica e settoriale. Siamo però ancora lontani dal considerare la persona nella sua globalità e complessità, come mente, corpo e anima, e può risultare quindi necessario comprendere le varie possibilità di aiuto e lavoro su stessi che sono disponibili e a cui ci si può rivolgere in ambito psicologico e non. Si vuole qui proporre una breve descrizione delle principali figure professionali, al fine di chiarirne i diversi ruoli, le diverse competenze e scegliere l’aiuto più adatto a sé stessi e alla propria condizione.

Psicologo

  • Formazione. Percorso quinquennale in Psicologia, un anno di tirocinio all’interno di strutture pubbliche o private convenzionate con l’Università di provenienza, Esame di Stato e iscrizione all’Ordine degli Psicologi (diritto di esercitare tale professione e garanzia dell’intervento). Oltre a questo, si specializza poi in specifici ambiti di intervento, privatamente o nel sociale. Segue l’obbligo della formazione continua (deve continuare a formarsi in qualche forma ogni anno) in quanto è professionista sanitario.
  • Cosa può fare. Lo psicologo effettua colloqui di sostegno al fine di riattivare le potenzialità interne della persona o aiutare a superare momenti critici della propria vita. Può somministrare test per avere un riferimento preciso e scientifico sulla personalità del soggetto e sul livello di gravità della sua condizione attuale. I test sono uno strumento utilissimo con il quale il professionista può avere un riscontro oggettivo e validato scientificamente della condizione della persona con cui confrontare le proprie osservazioni personali.
  • Cosa NON può fare. Lo psicologo non può prendere in carico casi di disturbi psicologici di un certo livello di gravità, che richiedono quindi una terapia più costante o più duratura. Inoltre non può prescrivere farmaci.

Psicoterapeuta

  • Formazione. Laurea in Psicologia o Medicina (con iscrizione al relativi Albo), formazione post-universitaria di almeno quattro anni riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – M.I.U.R., 400 ore di tirocinio durante il corso di studi presso strutture convenzionate, eventuale percorso di terapia personale prima del termine del percorso formativo.
  • Cosa può fare. Lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo. Nel caso che sia psicologo può esercitare tutte le attività dello psicologo ed in più la psicoterapia, nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico – fra cui la prescrizione di farmaci – e quelle dello psicoterapeuta. L’attività dello psicoterapeuta è una pratica terapeutica che si occupa della cura di disturbi psicopatologici della psiche umana di natura ed entità diversa, che vanno da forme di modesto disagio personale alla sintomatologia grave. La psicoterapia va quindi più in profondità rispetto alla consulenza psicologica.
  • Cosa NON può fare. Lo psicologo psicoterapeuta non medico non può prescrivere farmaci.

Le scuole di specializzazione per psicoterapeuti sono varie (ad esempio, cognitivo-comportamentale, psicoanalitico, transazionale ecc..) e pertanto è possibile un’ampia gamma di scelta. Il consiglio è, quindi, comprendere la metodologia di intervento del proprio terapeuta in modo tale non solo da riconoscere se è effettivamente quello che fa per sé ma anche per comprendere il suo modus operandi dandogli un senso e un significato.

Psichiatra

  • Formazione. Laurea in medicina, specializzazione post lauream in Psichiatria.
  • Cosa può fare. Lo psichiatra può formarsi per diventare anche psicoterapeuta. In tal caso può effettuare lui stesso una psicoterapia, da affiancare, eventualmente, ad una terapia farmacologica. Se non ha questa formazione, per la cura di specifici disturbi, può essere indicato che lo Psicologo Psicoterapeuta collabori con lo Psichiatra nella presa in carico del paziente e che quindi alla psicoterapia si associ una terapia farmacologica.
  • Cosa NON può fare. Non può fare psicoterapia se non ha la formazione necessaria, pertanto il suo intervento si incentrerà su un’analisi funzionale dell’organismo e la prescrizione del farmaco. Sempre più spesso avviene che sia il medico di famiglia a prescrivere farmaci, in particolare ansiolitici o antidepressivi (Xanax, Prozac ecc.). Il consiglio è sempre quello di consultare una figura specializzata in ambito di salute mentale, al fine di un corretto utilizzo del farmaco.

Lo Psichiatra è orientato a trattare i disturbi mentali da un punto di vista medico, considerando il funzionamento o non funzionamento del sistema nervoso in senso biochimico e attraverso la prescrizione di psicofarmaci.

Counselor

Oltre le tre principali tipologie di richiesta di sostegno elencate, che possono agire nella cura o nel trattamento, ve ne sono altre che agiscono sulla persona a sostegno delle proprie potenzialità o di un personale momento di difficoltà. Una di queste è il Counselor.

  • Cosa può fare. Lo scopo del Counselling è quello di offrire al Cliente l’opportunità di esplorare e riconoscere i propri schemi d’azione e di pensiero e aumentare il livello di consapevolezza, così da saper utilizzare al meglio le proprie risorse personali per gestirsi in  modo efficace e raggiungere un maggiore benessere. Si occupa di prevenzione della malattia e promozione della salute come intesa nella Carta di Ottawa del 1986. Si occupa di situazioni specifiche (prendere decisioni, migliorare relazioni interpersonali…)
  • Cosa NON può fare. Non può esercitare attività sanitarie che vanno dalla somministrazione dei farmaci alla presa in carico da un punto di vista psicoterapeutico.

Un invito all’attenzione!

Si evidenzia, quindi, una vasta disponibilità di figure professionali di cui è importante conoscere le differenze per poter avere la libertà di scegliere l’aiuto più adatto a noi. Fondamentale, in questo senso, è tutelarsi da trattamenti e terapie su cui si potrebbero porre aspettative troppo alte o diverse da quelle possibili ma che non sono riconosciute a livello legale o che potrebbero superare limiti che non dovrebbero valicare, compromettendo, invece che sostenere, la salute della persona. Esistono tantissimi trattamenti non prettamente clinici (Reiki, craniosacrale e molti altri) che possono portare grande beneficio, molto spesso agendo direttamente sul corpo e superando i limiti di un approccio prettamente razionale. Quello che qui si consiglia è di chiarire sempre insieme gli obiettivi del percorso e le modalità che verranno utilizzare, al fine di capire fin dall’inizio del rapporto terapeutico se si sta andando nella stessa direzione con il terapeuta oppure no. La sofferenza psicologica è una dimensione delicata e potente costituita per la gran parte da un mondo inconscio che può sorprenderci e che merita una preparazione adeguata e un sostegno professionale. L’invito è quindi quello di salvaguardare e prendersi cura di sé stessi anche attraverso una scelta corretta dell’aiuto di cui si sente di aver bisogno.

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